Un decoro da campioni con Matteo Beluffi

Dal sogno all’effetto “wow”: come nasce un decoro in latte art da finale mondiale passo dopo passo.

Uno studio attento e numerosi tentativi hanno permesso di giungere a un decoro di rapida realizzazione e in grado di stupire.
Matteo Beluffi nel corso della competizione.

Come nasce un decoro da finale mondiale di latte art? L’archivio fotografico di Matteo Beluffi permette di ricostruire i passaggi che hanno portato dall’idea iniziale al decoro – il muso di un toro - che gli ha fatto meritare il titolo italiano e il sesto posto alla finale mondiale al World Latte Art Championshipdi Budapest (Ungheria) nel giugno 2017.

“Si parte da un’idea iniziale, uno spunto talvolta casuale (nel mio caso fu un sogno di mio padre) che va studiato e approfondito: in ciò aiutano un disegno del progetto e uno studio dei movimenti che permettono di realizzarlo prima di dare il via alle prove con la lattiera. Se in un primo tempo un decoro richiede troppo tempo, non è detto che lo si debba abbandonare: bisogna studiarlo, fare pratica, allenarsi e impegnarsi per semplificare la figura. Suggerisco di provarlo per una settimana per capire se si è in grado di ridurre i tempi. I tratti devono essere veloci: con pochi gesti bisogna riuscire ad identificare la figura”.

Una volta trovato il disegno è importante lavorare affinché lo si possa ottenere al meglio nei giusti tempi: meglio non andare oltre i 4-4,5 minuti, ricordando che bisogna realizzare due tazze identiche. L’effetto “wow” si raggiunge partendo da un free pour semplice che a “colpi” di pennino (per ogni tazza Matteo ne ha effettuati 18, rapidi e precisi) si trasforma in un disegno inaspettato e piacevole in cui si devono ritrovare armonia, contrasto, pulizia e facile identificazione.

Un altro consiglio è di realizzare anche durante gli allenamenti, il decoro sempre in una coppia di tazze, come in gara, controllando i tempi, ma soprattutto regolando le diverse consistenze del latte montato a crema: nel primo risulta più liquido, è più difficile da gestire e richiede movimenti più lenti e grande precisione nel dosaggio; nel secondo lo strato di crema si sarà ispessito, dunque bisogna essere più decisi e rapidi per ottenere lo stesso decoro.

Passo dopo passo

La preparazione del progetto è durata due mesi. I primi tentativi per la realizzazione del muso sono stati fatti in free pour, ma risultava difficile realizzare due copie identiche, un problema superato con l’utilizzo di un pennino che ha reso il disegno più armonioso e preciso con il vantaggio di essere anche facilmente replicabile. Identificata la tecnica l’attenzione è stata posta sul tempo: per unire rapidità e precisione sono state fatte delle semplificazioni del disegno; l’ultimo input in tal senso è arrivato dal logo dei Chicago Bulls, la squadra di basket americana. Il toro risultava perfetto, ma la tazza era un po’ vuota, di qui la decisione di completarla con due rosette che ricordano il fumo che esce dalle narici nei fumetti.

1) I primi tentativi di realizzare il muso del toro sono in free pour.
2) La tecnica migliora, ma è troppo complesso da replicare.

 

 

 

 

 

 

 

 

3) Prima prova di intervento con un pennino d’acciaio (designer)
4) Le linee base sono semplificate e il decoro migliora: è più pulito e replicabile

 

 

 

 

 

 

 

 

5) L’ispirazione ora è il simbolo del team americano di basket Chicago Bulls
6) Bisogna ridurre i tempi e riempire i vuoti: due rosette ricordano l’aria che esce dalle narici

 

 

 

 

 

 

 

 

Latte rat - definitivo
7) Dopo tanti test di replicabilità, costanza e tempo, il decoro è definitivo

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