Obiettivo plastic free, chiarezza sulle definizioni

Compostabile è biodegradabile; biodegradabile non è compostabile. Sono numerose le soluzioni amiche dell’ambiente a disposizione degli operatori; un rapido vademecum per distinguerle e alcune soluzioni già proposte nel vending.

Abbiamo parlato più volte delle problematiche legate ai prodotti in plastica e alle iniziative di alcune località e di singoli esercizi che mirano a ridurre gli sprechi o a renderli riciclabili e compostabili. Con la stagione calda aumenta l’uso di contenitori monouso, dalle tazzine ai bicchieri alle bottiglie, per i quali si possono scegliere materiali amici dell’ambiente, abbandonando la plastica, che è presente nella metà circa dei rifiuti marini. Tra questi prevalgono dieci articoli: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, contenitori per alimenti, bicchieri per bevande, bottigliette. La Commissione Europea il 16 gennaio 2018, ha adottato la prima strategia europea sulla plastica per contrastare seriamente questa problematica. L’obiettivo è quello di proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e di promuovere la crescita e l’innovazione: ai sensi dei nuovi piani, tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE dovranno essere riutilizzabili/riciclabili entro il 2030. L’accordo sulla direttiva SUP (single plastic use) è stato raggiunto il 19 dicembre 2018 e approvato dalla commissione il 22 gennaio 2019.

Per capire meglio il contenuto della direttiva è importante comprendere il reale significato delle definizioni da riciclabile a compostabile. Si definiscono riciclabile un prodotto riutilizzabile in un nuovo ciclo di produzione e rinnovabile uno non soggetto ad esaurimento. È biodegradabile una sostanza o un prodotto che può subire la degradazione biologica o biodegradabile, ossia che disperso se nell’ambiente si decompone facilmente in prodotti meno inquinanti, grazie all’azione di batteri e altri microrganismi. Affinché un composto possa essere definito biodegradabile, è indispensabile che in natura esista un batterio in grado di decomporre il materiale, dopodiché l’elemento viene assorbito completamente nel terreno. Si definisce compostabile ciò che può essere sottoposto a compostaggio, ossia trasformabile in compost; per essere tale un prodotto deve essere biodegradabile e disintegrabile in tempi brevi, ossia deve essere trasformato dai microrganismi in acqua, anidride carbonica e compost. Infine, per essere definito compostabile, il manufatto deve risultare compatibile con un processo di compostaggio, cioè non deve rilasciare sostanze pericolose e non deve alterare la qualità del compost prodotto. La principale caratteristica di una bioplastica è quella di essere biodegradabile e compostabile nel fine vita. Anche il mondo del vending si sta attrezzando per venire incontro a questi cambiamenti e aziende come Vendomat propongono bicchieri, palette e bottiglie che sostituiscono in toto la plastica e rispettano le normative europee. Per quando riguarda i bicchieri, sono in carta e Pla riciclabili e compostabili; in tre formati da 15, 25 e 35 cl, anche per bevande calde. Distribuisce poi palette in biosplatica riciclabili, rinnovabili e compostabili nell’organico e utilizzabili per bevande calde. Per chi vuole rispettare l’ambiente, in gamma ha l’acqua Sant’Anna, bottiglia in Pla, biodegradabile e compostabile che si trasforma in compost in 80 giorni e San Benedetto che ha introdotto l’acqua minerale in lattina di alluminio riciclabile al 100%.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome