Fairtrade, il consumatore è disposto a pagare di più per un caffè giusto

Per il marchio etico, il caffè è il terzo prodotto chiave per volume dopo banane e cacao. Triplice l’approccio a favore dei coltivatori e della sostenibilità ambientale.

Proseguiamo il cammino all’interno della complessa tematica caffè-sostenibilità attraverso il contributo di Fairtrade Italia. L’approccio globale del Marchio etico a questa tematica è triplice. Prende il via dal fattore economico, ovvero dal garantire agli agricoltori un prezzo minimo (per l’arabica 1,35dollari/libbra) che segue le fluttuazioni di mercato solo quando il prezzo sale e dal premio Fairtrade di 0,20dollari/libbra da reinvestire nella comunità. La sostenibilità sociale si declina nel sostegno non solo ai produttori, ma anche alla famiglia e alla comunità attraverso un premio per mezzo del quale vengono realizzate strade, ospedali, scuole, ma anche impianti per la lavorazione della materia prima e progetti per il miglioramento delle produzioni. Viene inoltre promossa una vera sostenibilità ambientale attraverso la transizione verso il biologico, la lotta integrata, la biodiversità, il compostaggio e viene permesso l’utilizzo di fertilizzanti solo quando concesso dalle legislazioni europee. Si deve tenere in considerazione che Fairtrade certifica solo piccoli produttori e che la maggior parte di questi coltiva caffè all’ombra, cioè nella foresta. L’aumento della produzione, pertanto, non è estensivo, ma in primis vede crescere il numero di piante nella foresta, sostituendole a erbe e cespugli improduttivi. Proprio per il metodo utilizzato, questa coltivazione è rispettosa della biodiversità (anzi, si nutre di essa) e in molto casi già biologica.

Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia.

Dove. Per Fairtrade il caffè è un prodotto chiave a livello mondiale, il terzo per volumi dopo banane e cacao. I suoi network dei produttori spaziano dal Messico al Brasile in America Latina, l’Africa tropicale dalla Costa d’Avorio fino all’Etiopia e l’Asia dall’India all’Indonesia. Queste organizzazioni, che lavorano sul territorio a contatto con i produttori, sono preposte allo sviluppo di nuovi progetti e nuove collaborazioni. «Le ricerche di mercato ci dicono che sempre più consumatori, nelle loro decisioni di acquisto, vogliono sapere come il loro caffè è stato prodotto, ma soprattutto se la produzione rispetta le persone e l’ambiente - afferma Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia. Per rispondere a questa esigenza collaboriamo in modo positivo da 25 anni con le aziende che vedono in noi il marchio etico più riconosciuto e apprezzato dai consumatori nel mondo, l’opportunità di comunicare in modo credibile, semplice e immediato la propria scelta di sostenibilità ai clienti». Le vendite di caffè Fairtrade in Italia sono in costante aumento: è un prodotto di qualità, spesso biologico, per cui il differenziale di prezzo con gli altri caffè della stessa categoria è minimo, se non inesistente. A livello mondiale, il marchio è riconosciuto da due consumatori su tre e c’è sicuramente un interesse a contribuire al benessere di chi lo coltiva. In Italia cresce il mercato e il consumatore è disposto a pagare fino al 20% in più per un prodotto giusto. Attualmente in Italia sono in vendita più di 750 prodotti Fairtrade e il valore del venduto è di 130 milioni di euro.

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