Coffee Contamination, il caffè punto di incontro tra diverse esperienze di gusto

Dal caffè verde a differenti metodi di tostatura, dalle spezie al cacao al gelato: diversi prodotti si uniscono per creare gusti inediti, da replicare al bar, al ristorante, in pasticceria e gelateria. Autore e regista Gianni Cocco

Coffee Contamination
Estrazione effettuata con filtro naked su fave di cacao.
La locandina di Coffee Contamination.

Il caffè quale punto di incontro tra il bar, la ristorazione, la pasticceria e la gelateria, in una sequenza di contaminazioni sensoriali e di esercizi di degustazione: è stata l’iniziativa patrocinata da Aicaf che ha richiamato presso La Marzocco Milano numerosi operatori dei diversi settori. «Ho pensato a un’esperienza come Coffee Contamination perché ritengo che il barista (e con lui il pasticcere, il gelatiere e il ristoratore) non debbano pensare solo al proprio “mondo”, ma farsi contaminare da altri settori e competenze - ha affermato Gianni Cocco, ideatore dell’evento -. Ho fatto incontrare questi mondi dando un tocco diverso, mai estremo, per fare provare qualcosa di nuovo e dare degli spunti che si possano replicare in qualsiasi punto vendita, perché oggi è più che mai importante dare al cliente una proposta nuova e ricercata». Giovanni De Lucia, agronomo e crudista a Monte Carmelo ha parlato del caffè verde, quindi i microroaster Paolo Scimone di His Majesty the Coffee e Fulvio Manuello di Coffeel hanno dato la propria interpretazione in fase di tostatura di uno stesso caffè, un Colombia lavato estratto poi con la stessa grammatura e temperatura dell’acqua: le diverse curve di tostatura hanno messo in luce aromi differenti, pur mantenendo una base di acidità con note di arancia e una chiusura di frutta secca. E’ stata poi la volta delle spezie, presentate da Marco Savona di James 1599: il pepe nepalese di Timut, anzi un “falso pepe” di cui mantiene la piccantezza con sentori di limoni e agrumi (2 gr in 220 gr di acqua a 90°C) ha arricchito un’estrazione effettuata in aeropress di un caffè del Kenya, caratterizzato da una spiccata acidità con note agrumate, che la spezia ha enfatizzato.

Alcuni dei protagonisti della prima edizione di Coffee Contamination.

E’ stata quindi la volta dei cioccolato, presentato da Diego Signini, amministratore di Audere Lacioccolata: sono stati dati in degustazione una monorigine della Jamaica al 78% e una dell’Equador all’85%, quindi si è gustato un caffè dolce, denso e intenso, realizzato con fave di cacao del Venezuela lasciate in infusione per 30” in 5 gr di acqua  a 90°C e colate: l’acqua è stata posta nella tazza in cui è avvenuta la successiva estrazione con un Costa Rica estratto in naked su un colino con le fave, che hanno ceduto corpo e gusto. Tutte queste contaminazioni si sono raccolte nella preparazione che ha avuto come base un gelato al caffè del Kenya con cioccolato giamaicano realizzato dal gelatiere Davide Frontera, decorato con fave di cacao, petali di boccioli di rosa e l’espresso nebulizzato in superficie. L’apparente semplicità delle preparazioni è stato frutto di lunghi studi e prove effettuate con la macchina espresso Strada EP al fine di ottenere le migliori condizioni di estrazione da Gianni Cocco insieme a due nomi di spicco de La Marzocco: Gianni Tratzi, coffee expert ed Enrico Wurm del reparto ricerca&sviluppo. A fine giornata, soddisfazione per la buona riuscita dell’evento: «Prima di tutto devo ringraziare le tante persone che hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento a cominciare da Fabio Dotti, Luca Bernardoni ed Helena Oliviero - conclude Cocco -. Chi è venuto ha detto che replicherà quanto ha visto nel suo locale e questo per me è una soddisfazione: sono riuscito a trasmettere qualcosa di nuovo, ma soprattutto di facile replicabilità per offrire qualcosa di nuovo e diverso ai clienti».

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome