Il caffè all’italiana in trincea

La solita levata di scudi contro l’apertura del primo punto vendita italiano di Starbucks è ormai priva di senso. La notizia diffusa in prima battuta dai quotidiani nazionali sembra più che mai fondata: il primo Frappuccino a marchio Starbucks sarà servito a Milano nel 2016.
Inutile anche nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di nulla, inneggiando alla qualità dell’espresso all’italiana rispetto al “caffè annacquato” di matrice americana.
Mi domando quanti siano in realtà i bar italiani in grado di garantire la qualità dell’espresso. Pochi (sebbene in crescita). E quanto al presunto caffè annacquato vi invito a visitare il primo Starbucks Reserve Coffee di Londra per averne un’idea precisa. Last, but not least: il partner dell’operazione italiana è il guru dei centri commerciali, Antonio Percassi, ex calciatore del Cesena e dell’Atalanta, di cui ora è proprietario, ma soprattutto, colui che vanta nel curriculum l’espansione commerciale dei Benetton nonché quella dello spagnolo Zara. A buon intenditore poche parole...
Nella visione di Schultz-Percassi il punto di forza del locale milanese sarà l’offerta digitale. Stando alle notizie diffuse in rete la società ha sviluppato anche la Starbucks digital network che offre contenuti come film, serie tv e news, per una pausa relax ed entertainment dedicata ai più giovani. E questa novità sarebbe appunto uno dei piatti forti dell’offerta del punto vendita milanese. Piaccia o no, dunque, l’arrivo in Italia della catena fondata da Howard Schultz 30 anni fa  avrà delle ripercussioni.
Per i bar italiani è tempo di preparare la trincea con un’offerta al passo con i tempi. Le occasioni non mancano: corsi e gare per aggiornarsi (ne parliamo nelle pagine di Bargiornale di gennaio 2016 con Luca Ventriglia, giudice rappresentativo Wce fresco di nomina), materie prime di qualità e tecnologia per non farsi scippare, dopo la pizza, anche l’espresso (non perdete sulle pagine di Bargiornale di gennaio 2016 la nostra guida alle novità che saranno presentate al prossimo Sigep).
In gioco dobbiamo metterci tutti: baristi, produttori di macchine per il caffè, torrefattori e , perché no?, media.
A ognuno il suo.

1 commento

  1. […] Fino ad ora non è stato nemmeno fornito un indirizzo, ma solo un orario di apertura: le ore 15:00. Poco conta, perché al momento non c’è stata alcuna ufficialità in merito da Starbucks o da Antonio Percassi, l’imprenditore italiano intenzionato a far sbarcare il Frappuccino in Italia, ma solo una voce secondo cui ciò dovrebbe avvenire nel 2016. […]

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