Last Word secondo Strega

Ricetta base presentata a Baritalia alla tappa presso Fiera Milano Host il 26 ottobre 2015

«Gialla come la febbre che mi consuma / come il liquore che strega le parole / come il veleno che stilla dal tuo seno / gialla non è la rosa che porto a te». Sono i versi tratti dalla canzone "Con una rosa" di Vinicio Capossela quelli scelti dal maestro di cerimonia Francesco Conte per introdurre la performance del team Strega.

Versi che rendono omaggio a uno dei simboli della tradizione liquoristica italiana, di cui i membri della squadra hanno valorizzato note diverse del variegato organigramma di sapori, nelle loro rivisitazioni del Last Word.

E tra il liquore e il cocktail sono diversi i punti di affinità, a partire dalla loro origine datata: lo Strega viene prodotto dalla Strega Alberti dal 1860, mentre la creazione del Last Word si fa risalire all’inizio degli Anni Venti del secolo scorso. In comune hanno poi e la nuova ondata di successo riscontrata negli ultimi anni, che ha fatto del primo un ingrediente sempre più utilizzato dai bartender italiani e del secondo uno dei drink più apprezzati e richiesti al mondo, in particolare nel panorama statunitense. Infine, la ricetta originale del Last Word prevede un liquore alle erbe, Chartreuse Verde, che presenta diverse caratteristiche simili a quelle dello Strega, che vengono esaltate se accompagnate da un gin aromatico agrumato nella texture e anche solo leggermente vicino al bathtub gin, il gin che circolava illegalmente nel periodo del Proibizionismo.

Da questi spunti sono partiti i tre bartender nello sviluppo dei loro twist del grande classico: La sposa di Enrico Scarzella, La rosa che era di Rachele Giglioni (i cui nomi prendono spunto, rispettivamente, dal titolo di una raccolta di racconti di Mario Covacich e dall’ultima frase de Il nome della rosa di Umberto Eco, vincitore del Premio Strega nel 1980), e I Lost Word di Alessio Giovannesi.

La storia di Last Word

L’origine del Last Word si fa risalire all’inizio degli Anni Venti a Detroit (Stati Uniti), come riportato in Bottoms up!, un libro di Ted Saucier del 1951, la prima fonte scritta su questo cocktail, dove l’autore ne attribuisce la paternità a Frank Fogarty, un vaudeviller molto noto all’epoca, che lo avrebbe introdotto nel Detroit Athletic Club. Il drink ebbe un grande successo durante tutto il periodo del Proibizionismo e negli anni successivi, per finire però nel dimenticatoio a partire dal secondo dopoguerra. A riscoprirlo è nel 2004 Murray Stenson, bartender allo Zig Zag Cafè di Seattle, che ne trova la ricetta in una vecchia edizione del testo di Saucier e lo inserisce nella carta del locale. Da allora la sua fortuna è andata espandendosi a tutta la East Cost Americana e all’Europa.

La ricetta Last Word secondo Strega

Ingredienti

25 ml Liquore Strega

25 ml Martin Miller’s Gin

25 ml Maraschino Luxardo

25 ml succo fresco lime

Preparazione

Servire in doppia coppa.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome