Tempo di festa per i signori delle ciliegie

Un amarcord, una mostra per talenti e un concorso per barlady. A casa fabbri 1905 si celebrano i 100 anni dell’Amarena Fabbri, uno dei prodotti più iconici dell’industria italiana

Da cinque edizioni biennali Fabbri 1905 organizza una mostra per celebrare la sua relazione speciale con il mondo dell’arte. Abbiamo incontrato Nicola Fabbri, ultima generazione dell’azienda che fu del bisnonno Gennaro, a Palazzo Pepoli Campogrande di Bologna. Uno scenario mozzafiato che accoglie fino al 6 gennaio le opere del Premio Fabbri per l’arte. «Il nostro legame con l’arte ha radici profonde. Nei primi “Carosello” pittori come Renato Guttuso, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Anna Salvatore dipingevano dal vivo e spiegavano la loro arte. E Fabbri era il primo sostenitore di questa iniziativa. Più avanti abbiamo avuto “Salomone, il Pirata Pacioccone”, uno spot con disegni di Bonvi e sceneggiatura di Francesco Guccini. L’idea del Premio Fabbri nasce per restituire agli artisti emergenti il prezioso contributo che abbiamo avuto dal mondo dell’arte». Quest’anno si celebra il centenario di una delle idee di marketing ante litteram più illuminate nel settore della bar industry il famoso vaso di Amarena.  «Il vaso nasce da un’esigenza commerciale. Al tempo le nostre amarene erano vendute in damigiane. Il mio bisnonno cercò una soluzione più pratica, alternativa e d’effetto. Così si rivolse al famoso ceramista Gatti di Faenza e il risultato fu questo contenitore ricco di richiami alla Chinoiserie, tornata prepotentemente alla ribalta agli inizi del Novecento. Quel vaso, in un secolo, è diventato non solo un oggetto iconico ma anche trasversale, che troviamo dal bar dello sport ai banchi bar degli hotel più esclusivi di tutto il mondo».

Tributo alle barlady

Nell’anno delle celebrazioni, oltre al contenitore, sono state realizzate attività che hanno celebrato il contenuto. Tra quelle che riguardano più da vicino il nostro mondo, c’è stato il debutto del concorso Lady Amarena vinto dalla barlady Cinzia Ferro. «Il primo esemplare del vaso fu regalato dal mio bisnonno alla moglie Rachele in segno di ringraziamento per la creazione della “Marena con frutto” oggi conosciuta come Amarena Fabbri. Con la nostra cocktail competition, tutta al femminile, abbiamo voluto rendere omaggio all’intraprendenza e al talento delle signore. Trent’anni fa quando mi sono avvicinato al mondo del bar la presenza femminile era quasi pari a zero. Negli anni invece la musica è cambiata e le barlady recitano un ruolo da protagoniste grazie all’attitudine nel realizzare drink con professionalità e passione, dalla scelta di ingredienti e abbinamenti, al modo di porgerli. Ancora una volta ringraziamo la nonna Rachele che ci ha ispirato a dare supporto a chi, come lei, ha avuto un posto di primo piano nella storia dell’industria italiana».

 

Intervista a Nicola Fabbri*: «Cento novità all’anno»

Quanto credete nella ricerca e nello sviluppo? 

Nella nostra divisione dedicata alla ricerca e sviluppo lavorano 20 persone che presentano nuovi progetti a getto continuo. Ogni anno Fabbri 1905 immette sul mercato un centinaio di nuovi prodotti rivolti sia ai consumatori sia all’industria. Dall’epoca del mio bisnonno la filosofia non è mai cambiata: non imporre nuovi prodotti, ma offrire al mercato ingredienti dei quali sente il bisogno.

Prima le sfere, poi i prodotti per le arie e i velluti. Il “molecolare” è diventato il vostro pallino ? 

Siamo presenti in 100 Paesi del mondo e questo ci permette di avere una visione globale delle nuove tendenze. Con questo genere di prodotti, partoriti grazie alle menti più brillanti del mondo della cucina e della miscelazione, abbiamo voluto rendere accessibile a tutti delle specialità complesse. Il compito principale di chi lavora nella bar industry è di portare a tutti le idee che vengono a pochi.

C’è una tendenza trasversale nel mondo del bere miscelato? 

L’unica che accomuna i bar a tutte le latitudini è quella dei drink a moderato tenore alcolico. Complici le campagne di sensibilizzazione e il pugno duro in fatto di guida in stato di ebrezza, molti locali si sono attrezzati per proporre cocktail gustosi ma, come si direbbe in America, a basso numero di ottani.

Siete nati come Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri. Pensate di riprendere la vostra produzione liquoristica?

Per il momento ci stiamo solo pensando. Anche perché nel settore tante aziende, storiche e non, hanno rilanciato con successo antiche etichette e formule. E il mercato sta rispondendo benissimo. D’altronde è una questione iscritta nei nostri cromosomi. Gennaro Fabbri, nella sua bottega, produsse tanti spiriti come l’Amaro Carducci, Primo Maggio, Virov. Non escludo che un giorno...

 

* Nicola Fabbri, classe 1964, è il più giovane della quarta generazione che gestisce l’omonima società, di cui è Amministratore insieme al fratello Umberto e ai cugini Andrea e Paolo. Laureato in Sociologia ad Urbino, ha maturato esperienza in tutti i settori dell’azienda e negli ultimi dieci anni si è occupato dello sviluppo di nuovi mercati all’estero, soprattutto nell’Asia-Pacifico e nel Nord America.

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