Si beve meno birra ma piace di più

Ricerche –

In Italia produzione e consumi di birra sono in discesa, mentre cresce l’export. L’immagine del prodotto però migliora. Un trend confermato dall’indagine Makno-Assobirra 2009

Continua a migliorare l'immagine della birra in Italia, grazie a una serie di iniziative mirate. Viceversa, complice la crisi economica, nel 2008 i consumi birrari arretrano in termini assoluti (-4%), con un livello procapite che torna sotto i 30 litri.
Questa tendenza è evidenziata dalla 13.ma indagine Makno “Gli italiani e la birra - 2009” realizzata per conto di Assobirra (l'associazione degli industriali della birra e del malto) su un campione di 1.500 italiani maggiorenni, con un focus sulla fascia centrale dei 18-44enni. Un aspetto intrigante è che, per i pasti slow fuoricasa (fine settimana e giorni festivi) la richiesta di birra sopravanza per la prima volta (42%) quella del vino (39%): un sorpasso storico. Il miglioramento d'immagine, dicevamo, è stato favorito da una serie di iniziative promozionali di Assobirra puntate sulla diffusione di una maggiore conoscenza di prodotto: l'identificazione dei “300 ristoranti Amici della birra” in collaborazione con le guide L'Espresso e Gambero Rosso (sito birragustonaturale.it); la pubblicazione di Birra Gourmet, raccolta di un centinaio di ricette sfiziose pensate per gli abbinamenti birrari; la diffusione della Carta di Servizio della Birra realizzata per gli operatori dei pubblici esercizi; la campagna “O bevi o guidi” in collaborazione con le autoscuole Unasca.
Crescono i Paesi emergenti

Una situazione che va inquadrata in quella internazionale. Secondo i dati forniti dalla principale fiera europea delle bevande, Drinktec di Monaco di Baviera (14-19 settembre), nel 2008 la produzione mondiale di birra è ancora aumentata fino a raggiungere i due miliardi di ettolitri. A spingere sono i Paesi emergenti come Cina (91 milioni di ettolitri, 50% dell'incremento sul 2007), seguita da Russia, Ucraina, Messico e Brasile.
La produzione italiana ha avuto invece un calo dei volumi, al pari degli altri Paesi europei, compensato in parte da un'ottima performance della quota export. Nel 2008 infatti la produzione è stata di 13,3 milioni di ettolitri (-1,4%), mentre le esportazioni sono balzate a 1,5 milioni di ettolitri (+41%). Anche la quota delle birre importate, sempre molto alta (34%), è calata a meno di 6 milioni di ettolitri (-2%). Da segnalare che sono da poco entrate a far parte di Assobirra una decina di microbirrifici di varie zone d'Italia, rappresentate nel consiglio da Teo Musso, fondatore di Unionbirrai.
«Il bilancio che si può trarre - commenta Piero Perron, presidente Assobirra - è duplice. Da una parte il calo di produzione e consumi sono l'effetto di una crisi economica che non sta mostrando segni di rallentamento. Le rilevazioni relative al primo quadrimestre di quest'anno indicano ancora una diminuzione delle vendite del 9%. Dall'altro lato, registriamo l'ennesimo tentativo di reperire risorse pubbliche ai danni del settore birrario, aumentando le imposte già rilevanti a carico di consumi e produzione».
Fermi i consumi fuori casa

Per quanto riguarda i prodotti, a prescindere dal canale distributivo, risultano in costante crescita le birre premium e le specialità (43% del mercato). Poco spazio invece per birre di primo prezzo (3,5%) e private label (1,1%), così come per le analcoliche (1%), nonostante le promozioni. Lo stile preferito è sempre la classica pils (70% della prima preferenza), seguita da lager (30%), ale (4,8%) e weizen (2%, ma 8% tra i 18-44 enni). Il formato preferito è la bottiglia in vetro da 33 cl (34%), seguito dalla spina (28%) e dalla bottiglia 66 cl (18%). La crescita dei consumi fuori casa di birra si è fermata al 45%, anche se a valore pesano molto di più, visto l'alto ricarico a cui viene venduta la birra nei pubblici esercizi.

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