Le catene all’attacco in attesa di Starbucks

Scenari –

Si espandono in Europa le insegne delle caffetterie a marchio. Guida la classifica il Regno Unito, con il 40% del mercato continentale. Nel mirino dei gruppi più grandi c’è anche l’Italia

La crisi economica europea non frena l’avanzata delle caffetterie. Anzi, continuano a crescere a due cifre (+13% negli ultimi 12 mesi), sono sempre più alla moda e stanno conquistando un numero sempre più ampio di Paesi. Tanto che si prevede che continueranno ad aprire nuovi locali al ritmo dell’8% annuo di qui al 2012. La previsione viene da Allegra Strategies, la società di ricerche londinese che segue da un decennio il settore del caffè attraverso il suo “Project Café8 EU - European Coffee Shop Market 2008”.
Tra ottobre 2007 e ottobre 2008 nei 22 Paesi analizzati hanno alzato la saracinesca 1.200 nuove caffetterie, portando così il totale a 8.863 punti vendita. Ma nel 2012 saranno già diventate 12.000, perché il fenomeno di espansione è solo agli inizi. Guida la crescita il Regno Unito, con ben 3.578 punti vendita che costituiscono il 40% del mercato delle caffetterie a marchio in Europa e che ha ancora un margine di crescita calcolato sul 6% all’anno. Negli ultimi dieci anni la diffusione di queste caffetterie ha trasformato completamente lo sviluppo dei negozi del centro introducendo tra i consumatori l’abitudine di prendere cappuccino, latte e scegliere tra vari tipi di caffè. Proprio questo modello di sviluppo, favorito da uno stile di vita in perenne movimento e caratterizzato da una maggiore curiosità del consumatore, secondo gli esperti di Allegra, si estenderà a tutta l’Europa.

In Italia una crescita del 12%

Ad oggi, la maggior parte del mercato europeo è ancora frammentato e dominato dagli indipendenti ma già nell’ultimo anno le catene (come Starbucks, Caffè di Roma, Ritazza o McCafé) hanno mostrato performance significative: in Francia hanno segnato un incremento del 45%, in Svezia del 33%, in Germania del 32%. E mentre l’Irlanda è il Paese con più alto numero di coffee shop per abitante, il Portogallo va in assoluta controtendenza al trend europeo registrando una contrazione del 7%. Del resto, a dispetto delle peculiarità storiche, delle identità nazionali, delle abitudini sociali e degli stili alimentari di ogni Paese europeo, è indubbio che attorno al caffè nelle sue molteplici varianti si sta coagulando una fascia di consumatori omogenea, cosmopolita e aperta alle innovazioni. A favorire lo sviluppo del consumo di caffè e la crescita del ruolo sociale delle caffetterie è soprattutto l’impegno delle grandi catene di caffetterie. Su tutte Starbucks che, presente in 14 Paesi, detiene una posizione leader in Europa con i suoi 1.119 pdv. Avanza McDonald’s con i McCafé, oggi presenti in 13 Paesi tra cui l’Italia, che nell’ultimo anno ha aperto 770 punti vendita di cui 183 solo in Germania. Tra gli altri, agguerriti, player si conta Costa Coffee, catena inglese fondata da un italiano e ora di proprietà del gruppo Withbread, che dispone di 849 caffetterie in 11 Paesi, Italia esclusa. Caffè Nero è al quarto posto nella classifica dei top 10 Brand Player, con 388 punti vendita in un solo Paese, il Regno Unito. L’italiana Segafredo Zanetti Espresso, che ha da poco festeggiato l’apertura del suo centesimo negozio in Germania, è presente in 13 Paesi, con 277 punti vendita che le fanno guadagnare il quinto posto.
Per trovare un’altra azienda italiana bisogna arrivare al decimo posto, dove si insedia Lavazza con i suoi 152 negozi tra Austria, Belgio, Germania, Repubblica Ceca e Italia. Nel Belpaese la crescita del settore ha registrato nell’ultimo anno un +12%, ma sono solo 3 le top ten presenti: Mc Caffè, Segafredo Zanetti Espresso e Lavazza, per un totale di 497 pdv. Su tutti incombe il fantasma di Starbucks, sempre dato per pronto a sbarcare in Italia (ma finora rimasto fuori).

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