La ristorazione della Penisola è sempre meno Made in Italy

Pubblici esercizi –

Le imprese del settore guidate da un titolare di origine straniera sono oltre 38.000, il 12,1% del totale

Oltre un’impresa della ristorazione su 10 è guidata da un titolare di origine straniera. È quanto evidenzia un’analisi dell’Ufficio Studi della Fipe su dati delle Camere di commercio, secondo cui sono oltre 38.000 gli imprenditori non italiani che operano nei servizi di bar e ristorazione, un numero in crescita negli ultimi anni e pari al 12,1% del totale delle aziende del settore. Il fenomeno ovviamente riguarda l’intero tessuto economico nazionale: una recente analisi della Fondazione Leone Moressa ha quantificato in 628.221 gli imprenditori stranieri attivi in Italia, tra l’altro in aumento di 29mila unità nel corso del 2010. Tra il 2006 e il 2010 la quota di imprenditori stranieri sul totale è cresciuta di oltre un punto, passando dal 5,1% al 6,5%. La presenza di imprenditoria straniera si concentra per oltre il 50% nelle costruzioni e nel commercio, ma i servizi di ristorazione rappresentano comunque una buona opportunità per gli immigrati che intendono avviare un’impresa nel nostro Paese.

In aumento il canale bar
Le imprese straniere sono presenti soprattutto nelle tradizionali attività di ristorazione: il 13,8% dei ristoranti della Penisola (23.000 unità) non è Made in Italy. Il canale bar rappresenta un format di più recente scoperta da parte degli imprenditori stranieri ma in ottima espansione (15.000 aziende, pari al 10,2% delle imprese attive nel canale). In effetti, rileva la ricerca Fipe, è soltanto negli ultimi anni che gli stranieri, soprattutto cinesi, hanno deciso di aprire bar nelle maggiori città del centro-nord. Resta modesto invece il ruolo degli stranieri nel segmento della ristorazione collettiva e del catering (264 imprese, il 7,8% del totale nazionale) soprattutto per via della maggiore complessità organizzativa e operativa di mercati. La formula societaria scelta dai titolari stranieri nella maggioranza dei casi è quella delle società di persone (oltre 18.000 aziende), seguita dalle ditte individuali (14.800) e dalle società di capitali (circa 4.700). La preferenza degli imprenditori stranieri per le imprese organizzate in forma di società di capitali e società di persone è forte anche nel canale bar, in controtendenza con quanto si registra tra l’imprenditoria di origine italiana.

Lombardia prima nella ristorazione straniera
Per quanto riguarda la ristorazione vera e propria, queste aziende si concentrano prevalentemente in sei regioni: Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. In particolare la Lombardia, con un’incidenza del 22,7%, dieci punti al di sopra della media nazionale, è la prima regione italiana per densità di imprese straniere nelle attività di ristorazione. Subito dopo ci sono Friuli Venezia Giulia (20%), Emilia Romagna (17,2%) e Lazio (14,9%), mentre il fanalino di coda è rappresentato dalla Campania con una quota di appena il 5,8%. L’incidenza dell’imprenditoria straniera nel canale bar è assai importante in Friuli Venezia Giulia (15,4%), Veneto (15,2%), Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna (entrambe 14,6%). Il ruolo dell’imprenditoria straniera è marginale nel settore mensa e ristorazione ma raggiunge comunque picchi del 33,3% in Valle d’Aosta e del 23,4% in Friuli.

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