La decorazione aggiunge valore al drink

Cocktail –

Ciliegine, limoni e cetriolini sono solo alcuni degli ingredienti utili per confezionare i mix che conquistano il pubblico

La decorazione è il “biglietto da visita”. Perché i cocktail si bevono prima con gli occhi, poi con il palato. Per essere piacevole, la decorazione deve essere proporzionata, sobria, a base di prodotti commestibili, come frutta fresca e ortaggi, meglio se tagliati sul momento. Tra i frutti più utilizzati ci sono arance, ciliegie, limoni, ananas, banane, lime, fragole e altri vegetali come sedano, cetriolo, olive e cipolline. L'importante è usarli come si deve. La coppetta per esempio non dovrebbe accogliere molto più che la classica ciliegina, un twist di limone, un'oliva o una cipollina mignon. Purtroppo però capita spesso di imbattersi in decorazioni mastodontiche e di cattivo gusto. Quando si ha a che fare col tumbler alto o comunque bicchieri più capienti per i long drink, il discorso cambia un po'. Per questi cocktail si può usare la fantasia, dando vita a decorazioni più articolate. L'importante è non affollare il bicchiere: siamo sempre di fronte a bevande, non a mangia e bevi. Altra regola da seguire è quella della “continuità”, che grandi esperti del campo come Momo Harzallah, Luca Ramoni, Paolo Pachetti ed Ettore Diana illustrano come il filo che lega insieme gusto, profumo e aspetto del drink: per una Piña Colada, per esempio, l'ideale è uno spicchio d'ananas sul bordo perché richiama il gusto e i profumi del drink.

Gli attrezzi ideali per lavorare
Se ci si vuole cimentare in figure più articolate, dai fiori fatti col ravanello alle sculture di frutta, è necessario munirsi degli attrezzi giusti. A cominciare da un coltello lungo e seghettato per tagliare grandi frutti (come il melone o l'anguria), un coltellino per realizzare spirali d'effetto, uno spelucchino per realizzare rifiniture di precisione, un coltellino per verdura e agrumi ma anche zester e rigalimoni, due strumenti per realizzare scanalature sulla buccia di agrumi e ricavare scorzette minuscole (chiamate zeste).

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