La cassa amica

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Intervista a Marco Schianchi, presidente di Federinformatica e Comufficio: “Il misuratore fiscale diventa uno strumento per erogare servizi e generare business”

Abbiamo chiesto a Marco Schianchi, presidente di Comufficio, qualche riflessione sui nuovi giochi di sorte legati al consumo già disciplinati dal 2005 e mai avviati, ai quali ora il decreto Abruzzo sembra aprire nuovi spiragli. In attesa dell’emanazione dei decreti dirigenziali da parte dei Monopoli di Stato.
I giochi di sorte legati al consumo potrebbero davvero rappresentare un’opportunità per il settore?

È ciò che ci auguriamo. Lo scorso 20 maggio, in fase di discussione in Parlamento del decreto Abruzzo, abbiamo presentato un emendamento affinché il decreto dirigenziale dei Monopoli di Stato fosse emanato in conformità al decreto n. 249. Emendamento rigettato, perché il Governo intendeva approvare il testo nella formulazione uscita dal Senato, dunque senza modifiche. Nessuna contestazione in linea di principio. A questo punto non ci resta che lavorare al fianco dell’Aams affinché i nuovi giochi siano legati ai misuratori fiscali e non a una macchinetta qualsiasi.
L’idea è che la cassa si trasformi via via da strumento di controllo del Fisco a congegno sofisticato in grado di erogare servizi per il cittadino (leggi i clienti del bar, ndr) e quindi capace di generare business per gli esecenti.

Già, ma se passasse quest’ipotesi occorrerebbe sostituire l’intero parco macchine?
Se non sbaglio parliamo di circa un milione di pezzi...
No, assolutamente. Basterebbe collegare ai misuratori fiscali esistenti un modem. Parliamo dunque di un investimento irrisorio, con un costo stimato di un centinaio di euro. I Monopoli di Stato potrebbero lanciare i nuovi giochi attraverso un software già esistente e utilizzato.

Quali dunque i vantaggi per il bar?

Anzitutto economici. Se i Monopoli di Stato confermassero la ripartizione degli incassi già prevista dal decreto del 2005 agli esercenti spetterebbe un aggio del 8%, mentre lo Stato si assicurerebbe un’aliquota del 30%, senza contare gli indiscussi vantaggi in termini di contrasto all’evasione fiscale.
Il fatto che lo scontrino e la ricevuta di gioco devono apparire su un unico supporto cartaceo invoglierà il consumatore a richiedere lo scontrino fiscale. Dunque, meno evasione e più entrate attraverso l’erogazione di nuovi servizi.

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