I foodies si comportano così

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Appassionati di tutto ciò che riguarda il cibo, prima si informano e navigano in internet.

Ai piaceri della tavola non rinunciano per principio, ma sono attenti agli eccessi. Le loro scelte sono orientate dalla qualità, sono disposti a spendere di più riconoscendo valore alla marca, alla genuinità e alla freschezza. Curiosi e sperimentalisti, amano la cucina di altri Paesi e quella della tradizione. Sono i foodies, appassionati consapevoli, motivati e interessati a ciò che riguarda il cibo, che sono diventati un vero e proprio fenomeno collettivo.

Visione di valori progressivi
A indagarne comportamenti, abitudini e stili di consumo ci ha pensato l'istituto di ricerca GPF che, per conto di Negroni, ha realizzato una ricerca che è riuscita a quantificare questo segmento della popolazione che, si stima, è destinato a crescere al ritmo di 250 mila persone all'anno.
Sono infatti 4,5 milioni gli italiani - l'8% della popolazione, ma il 15% della fascia tra i 25 e i 54 anni - che appartengono all'universo dei foodies, che interpretano l'atto del mangiare come “un piacere da condividere con altri” (69,4%), “una passione, ricca di significati ed esperienze” (64.2%), molto distanti quindi dal considerare il cibo come “fonte di energia e nutrienti indispensabili” o dal poter “mangiare quello che mi piace” degli italiani che non si riconoscono in questa definizione. «I foodies - commenta Marilena Colussi, responsabile della ricerca - non sono né golosoni né salutisti, amano la tradizione ma non sono tradizionalisti. E in termini valoriali intercettano tutti i valori in crescita della società italiana: l'amore per l'avventura, il cosmopolitismo, l'impegno, l'amore per l'arte e la cultura, l'adesione al nuovo, la gestione della complessità».
Abitualmente pranzano fuori casa (il 19,8% almeno una volta alla settimana, ma il 15% tutti i giorni), mentre quasi il 36% cena fuori almeno una volta alla settimana (il 23,2% fino a tre volte, contro il 9% dei non foodies).

Libri, riviste e Internet
Non ci sono preferenze assolute per un tipo di ristorazione, anche se il ristorante, la trattoria/osteria e la pizzeria la fanno da padrone, soprattutto per cena e in questo caso la pizzeria (anche per i non foodies) schizza al primo posto, mentre a pranzo la scelta è molto più variegata. Nella selezione del locale, poi, oltre a fare di testa propria (60,1%) e ascoltare i consigli di amici appassionati del buon mangiare (69,3%), i foodies si informano preventivamente con la lettura di riviste specializzate (7,5%), delle guide e nei social network di internet. Per il vino, però, è importante il consiglio del sommelier (46,2%). Proprio Internet rappresenta un vero e proprio crinale che separa i due gruppi: sette foodies su dieci (contro solo il 33,2% degli altri italiani) utilizzano con frequenza internet per visitare o consultare siti dedicati all'alimentazione, vini, birra o per scegliere itinerari gastronomici. Le informazioni più ricercate? Quelle generiche (58,8%), le ricette (54,3%) locali e ristoranti (43%). E l'11,3% partecipa a blog o a gruppi di discussione.

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