Happy birthday to you, Martini&Rossi

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Tra pochi giorni, a Villa Erba, il mondo Martini farà festa. Si celebra, a porte chiuse, il 150° anniversario della fondazione. In realtà, a luglio, c’è già stato un prologo rivolto a opinion leader, storici e scrittori di cocktail. Potevamo lasciarci sfuggire l’occasione?

Due giorni di lusso, anzi di gran lusso. Prima che la frase sia presa come uno spot, lasciateci proseguire. A luglio, nella sua sede storica di Pessione, Martini & Rossi ha celebrato i suoi primi 150 anni in compagnia del Gotha del bartending internazionale: non solo grandi barman, ma anche cocktail writer e storici del cocktail da tutto il mondo. C’erano Alex Kratena, Agostino Perrone, Audrey Sanders, Jared Brown, Anistatia Miller, Robert Hess, Simon Difford, Naren Young. E chiudiamo qui, prima che la lista diventi lunga come un elenco del telefono degli anni Ottanta. Per l’occasione, e qui sta il lusso che dicevamo, sono stati svelati due segreti. Il primo, nascosto all’interno del Museo Martini, è l’Accademia Martini: una scuola, del tutto simile a un bar speakeasy, celata all’interno di una botte di dimensioni oversize. Ad alzare il sipario su questo nuovo luogo di formazione e cultura sono stati Ivano Tonutti e Giuseppe Musso, rispettivamente master herbalist e master blender di casa Martini.
Limited edition
Insieme con il global brand ambassador di Martini Giuseppe Gallo, e qui arriviamo alla seconda sorpresa, hanno tenuto a battesimo un vermouth degno di una tradizione gloriosa. Stiamo parlando di Martini Gran Lusso, prodotto in un solo lotto di 150.000 bottiglie, e destinato a tutto il mondo. Come base per questa nuova bottiglia, elegante anche nella silhouette, c’è il Barbera del Piemonte e il bianco Trebbiano dell’Emilia Romagna. Gran Lusso, frutto di otto anni di ricerca di Tonutti e Musso, unisce ai due vini due estratti unici.
Top secret
Il primo è stato preparato con il Moscato di Canelli invecchiato per un anno in botti di legno, l’altro è ancora top secret. Quel che siamo riusciti a sapere è che si tratta della riproduzione di una ricetta del 1904, conosciuta come “estratto 94”, ed è il primo estratto di erbe della storia di Martini fatto riposare per otto anni in damigiana. Un solo lotto di questo estratto è stato prodotto per essere il cuore di questo prodotto multi sfaccettato. Al palato emergono le note amarognole di erbe officinali, una ricca complessità e un kick pungente sul finale. In bocca arriva dolce e se ne va elegante e secco. È un vero prisma di sapori, dal miele del Moscato ai toni forti del Barbera, ma anche di profumi: lavanda, rosa, spezie solo per evocarne alcuni. «Si tratta di un’edizione limitata, per caratterizzare un anniversario davvero speciale, che non potrà essere replicato A Pessione abbiamo mescolato con successo due varietà di uve tipicamente italiane, il Trebbiano e il Barbera, e il risultato è unico e nuovo. Il massimo secondo il mio punto di vista». Così ha commentato Giuseppe Musso, padre più che orgoglioso del nuovo vermouth dal tenore alcolico del 16%. Il grado non è l’unica cosa che rende il speciale nuovo prodotto. Anzi, forse è l’ultima.
On the road
Abbiamo avuto la possibilità di visitare le zone di produzione, le coltivazioni della Cooperativa di Pancalieri legata a Martini & Rossi dall’inizio dell’avventura (anno 1863). Si è toccato con mano, assaggiato e annusato, come racconta anche Camper English nel suo “A visual guide to herbs used to make vermouth” pubblicato su Alcademics.com, quasi tutte le erbe aromatiche del bouquet: assenzio romano, assenzio gentile, camomilla romana, radici di genziana, iperico, issopo, melissa, menta piperita, santoreggia, salvia sclarea ecc. Erano vere e profumavano: di terra, di lavoro, di tradizione.

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