Grappa fatta in casa? Un affare complicato

Normative –

Tra poco, grazie al ddl Vallardi, sarà legale produrre grappa fai da te. Il disegno vuole riportare alla luce una pratica antica. Ma Bottega e altri produttori mettono in guardia sui rischi

Divina, Montani e Vallardi, i senatori leghisti promotori del disegno di legge sulla grappa fai da te, ce l'hanno quasi fatta. Si attende a breve il via libera delle Camere alla produzione di grappa e acquavite, per uso personale e familiare, purché non a scopo di lucro e per produzioni non superiori ai 50 litri. L'intenzione del ddl - n. 826, 24 giugno 2008 - è di far emergere “una pratica tradizionale, un tempo estremamente diffusa nei contesti agricoli e complementare rispetto alla produzione di vino”. Il fine è di “consentire una prassi, attualmente non legittima, purché nell'ambito di vincoli tali da garantire la qualità e la genuinità del prodotto e da escludere possibili pregiudizi a danno delle imprese produttrici”.

Una pratica finora vietata

Si dà il la a una pratica finora vietata sia per questioni fiscali (le aziende pagano 8 euro di tasse al litro), sia per motivi sanitari. Contro la liberalizzazione della grappa si sono schierati molti produttori, tra cui quelli riuniti sotto l'ombrello dell'Istituto nazionale della grappa. In prima linea è scesa anche l'azienda Bottega, che mette in guardia sui pericoli della produzione fai da te. «La distillazione - rileva Sandro Bottega - è un'attività che richiede competenza e strumentazione adeguata. Non può essere improvvisata da chi ha un alambicco rudimentale. Il rischio è di ottenere una grappa con un'elevata percentuale di alcol metilico che, come è noto, ha effetti largamente nocivi per la salute. Ne è prova la normativa in vigore che regola la quantità di metilico e obbliga da sempre le distillerie ad ottenere la certificazione di ogni singola partita dal Laboratorio chimico dell'agenzia delle dogane. La nostra grappa è distillata 3 volte, l'ultima in una colonna demetilante, studiata per eliminare quasi completamente l'alcol metilico dal distillato». Oltre al rischio salute, c'è da mettere in conto la qualità del distillato. C'è sgnapa e sgnapa. La grappa prodotta trent'anni fa, con metodi artigianali, è molto diversa da quella attuale, frutto di ben altro know-how tecnologico. «Oggi - conclude Bottega - grazie alle nuove tecniche di distillazione, otteniamo grappe ben più morbide, raffinate e profumate di un tempo».

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