Gli artigiani della vodka

Aziende –

Visita in Olanda alla Distilleria Nolet. Qui si produce Ketel One spirit artigianale già bestseller negli Usa

Una pala getta del carbone nell'alambicco in rame Numero 1. È la mia. L'ho solo presa in prestito. La uso giusto il tempo di un paio di lanci. Poi la restituisco all'addetto che osserva la scena un po' geloso. Gli operai della Nolet, come in un rituale pagano, alimentano quella fiamma nel Distilleerketel N. 1 a Schiedam, Olanda meridionale, da oltre un secolo. Dicono che sia la dea protettrice di ogni produzione della vodka Ketel One.
Sotto la guida sicura di Bob Nolet, erede insieme al fratello Carl, di una famiglia di distillatori che da oltre trecento anni si dedica alla distillazione, siamo giunti all'alambicco dopo aver assistito alle fasi preparatorie. La visita nella sede della Ketel One parte dalla materia prima, che è cento per cento frumento, non geneticamente modificato, per la maggior parte di varietà invernale. Il frumento viene fatto fermentare insieme all'acqua e ai lieviti, affronta un viaggio di 15 ore in quattro colonne di distillazione, è diluito, filtrato e, infine, arriva all'alambicco dove è scaldato, con gentilezza, a fuoco lento. Al termine di questo giro la vodka riposa in piccole vasche d'acciaio prima di essere sottoposta alla prova del nove: l'assaggio del presidente Carolus o dei fratelli Nolet. «Non si tratta di una boutade romantica. Nei nostri impianti usiamo le tecnologie più all'avanguardia per il controllo del prodotto, ma alla fine l'assaggio è l'unico modo per garantire standard elevati». Bob Nolet, ovvero l'undicesima generazione di manager col pallino dell'artigianalità, dimostra di avere le idee chiare come il colore della sua vodka. «Nell'alambicco di rame - dice - troviamo una selezione esclusiva. Dopo quattro passaggi in colonna e un bel taglio di “teste” e di “code”, qui arriva solo il grande cuore del prodotto». Questo metodo di lavoro, unito a un certo senso del business, ha permesso ai distillatori di espandersi. Il loro primo mercato sono gli Stati Uniti dove le vendite complessive hanno raggiunto negli ultimi anni 2 milione di casse. Nel 2008 Nolet Group ha creato una società, la Ketel One Worldwide B.V., insieme con Diageo, che si occupa della distribuzione. Anche in Italia. Intanto mentre il cipollone di bronzo continua a bruciare a Schiedam tutto scorre placido. Sembra di essere stati catapultati in un quadro di qualche pittore fiammingo. Tra un dedalo di polder, tratti di mare prosciugati, dighe, canali e fiumi, ci s'imbatte nei mulini a vento più alti del mondo. Fra loro girano anche delle pale relativamente nuove. Sono quelle inaugurate nel 2006 della famiglia Nolet, per il loro mulino di nuova generazione: un sistema capace di generare una grande quantità di energia pulita per la turbina eolica della distilleria.

Un museo nel nuovo mulino
L'interno del mulino è un parco-giochi per adulti. C'è un cinema, un bar per turisti con trofei e memorabilia e un altro bar che si raggiunge grazie a un ascensore che sale in obliquo lungo la parete. Gli intimi lo chiamano “Bob's Bar” e si accede attraverso a una porta-vetrina colma di coppette da cocktail regalate ai Nolet dagli appassionati di tutto il mondo. Saranno un centinaio, tra la coppetta pop-porno del mixologist Charles Vexenat e quella autografata dalla squadra di baseball dei New York Yankees.

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