Far parte della nazionale, ciò che ogni cuoco sogna

Cucina –

Si allenano e vincono. Gli chef della Nazionale italiana cuochi in ottobre parteciperanno alle Olimpiadi. Sfida all’ultima ricetta

Un pranzo di gala può anche trasformarsi in un match in cui si affrontano agguerritissime squadre di cuochi di diverse nazionalità. E nell’olimpo dei team meglio piazzati ci siamo pure noi con gli azzurri degli chef, o per meglio dire, con la Nazionale Italiana Cuochi, formazione composta da ventidue chef provenienti da ogni regione d’Italia che esprime l’eccellenza della Federazione Italiana Cuochi e promuove la cucina di casa nostra.
Per farne parte bisogna sottoporsi a una dura selezione, che avviene ogni due anni presso Il centro di Arte Cultura e Innovazione Gastronomica della Cast Alimenti di Brescia. Ogni candidato presenta un menu caldo e una proposta fredda; temi simili a quelli delle competizioni internazionali organizzate dalla Wacs (World Association Chefs Society); se rivela la stoffa del campione, entrerà nella formazione junior o senior.
Una vera e propria squadra, con tanto di mister (Fabio Tacchella, il team manager che fissa le linee guida), di capitano (lo chef Gianluca Tomasi) che galvanizza l’equipe e che è anche il bomber, in quanto chef più medagliato tra i 20.000 della Fic. C’è il preparatore atletico Fabio Momolo che organizza tutte le attrezzature necessarie alle competizioni, ci sono gli attaccanti per la linea del freddo e del caldo (Matteo Sangiovanni e Francesca Marsetti) i centrocampisti per la sezione carni (Fabio Mancuso e Angelo Di Lena); in difesa non mancano i terzini della linea finger food e dei piatti da ristorazione (Nicola Vizzarri, Gregori Nalon, Vito Semeraro) e in porta con la pasticceria, gli chef pastry (Davide Malizia e Giovanni Cappello).

un lungo calendario di gare

Le competizioni di cucina seguono a ruota quelle sportive: ci sono gli Europei di cucina Salisburgo-Stoccarda, i Mondiali di Lussemburgo, le Olimpiadi di Erfurt, la Coppa America a Chicago, La Kremlin Cooking Cup di Mosca, il triangolare Europeo In Galles. L’attuale Nic si è sempre piazzata molto bene e di recente a Mosca ha guadagnato addirittura due ori ed il Trofeo Unico, quindi partirà alla volta delle prossime Olimpiadi di Erfurt (18-22 ottobre 2008), carica di entusiasmo.
E ne avrà davvero bisogno perché le prove (di cucina fredda e calda) saranno impegnative. Per la prova “fredda” dovrà realizzare 40 esposizioni di piatti, nei quali mostrare le abilità tecniche e preparatorie; lo scopo è piazzarsi tra le prime 5 squadre al mondo (migliorando il nostro attuale 10° posto, su 37 nazioni). Nella prova “calda”, invece, 6 chef in 5 ore dovranno preparare un menu completo per 110 persone costituito da un piatto di pesce, uno di carne e un dessert.
Bisogna tenere testa alla Svezia, agli Stati Uniti, a Singapore, al Canada, alla Germania, ci sarà bisogno di grande sostegno, forte incoraggiamento e ovviamente tanti soldini. Come per gli atleti, anche per i cuochi della Nazionale Cuochi ci sono gli sponsor, ma non così munifici. Come ci spiega Marco Valletta responsabile delle relazioni esterne della Nazionale nonché chef specialista in banchetti d’epoca: «La Nazionale costa circa 120 mila euro l’anno. Per ogni trasferta si spendono 20mila euro. Siamo supportati da aziende leader del settore ristorativo italiano, ma il loro sostegno copre solo in parte le spese, tanto che in parte dobbiamo autofinanziarci».

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