Dolci ricette per la barlady

Mixologia –

Fanno scuola con nuovi miscelati poco alcolici, multingrediente, morbidi e decorati in modo elegante. Sono le 115 barlady protagoniste della tredicesima edizione di Lady Drink cocktail competition. La gara ideata da un visionario che ci ha visto giusto

Sono un centinaio di cocktail e rappresentano un campionario esemplare. E non solo del cosiddetto “bere in rosa” che, fuori dai denti, vuol dire tutto e niente. Tra i mix dell'ultima di Lady Drink cocktail competition, gara di cocktail riservata alle signore, troviamo indicazioni utili per tutti, femmine e maschi. Perché se è vero, come sostengono mixologist come Javier de Las Muelas del Dry Martini di Barcellona, che nel mondo dei cocktail si va verso la “femminilizzazione dei gusti”, è probabile che in un futuro molto vicino saranno le barlady a dettare le tendenze. Senza bisogno della sfera magica è possibile prevedere carte dei drink che daranno spazio a cocktail più dolci, colorati, leggeri e, in genere, ben decorati.

Cocktail sul podio
L'esempio migliore lo danno i cocktail vincitori al Grand Hotel Savoia, il patinato campo di gara, con vista sul Golfo di Genova, scelto per Lady Drink 2009. La gara a inviti, per barlady con tessera Aibes o aspiranti Aibes, ha premiato i drink dell'emergente Cristina Neagu nella gara dei long drink; Lucia Milone (che bissa il successo del 2008) negli after dinner; Annalisa Gianfreda, la migliore negli sparkling e la migliore in assoluto, e Sara Polidori nella categoria dei pre dinner. Partiamo dalla protagonista della copertina di questo mese: l'esordiente Cristina Neagu, 23 anni, italo-rumena. Nel suo Sweet Flowers (ricette nell'altra pagina) gli aromi esotici della banana e del latte di cocco sono corretti da una vodka extra morbida, ma di gran carattere. Un long drink vivace, color blu curaçao, che vedremmo bene in mano a un divo di Hollywood sulle spiagge di Malibu.
È il trionfo del technicolor anche nelle categorie sparkling, notturni e tra gli aperitivi dove ha vinto Sara Polidori. «Se non vinco con questo rinuncio», dichiarava prima della gara, certa di aver preparato una vera bomba. Il risultato ottenuto dal suo N°X le ha dato ragione. La ricetta è di quelle buone per tutte le stagioni: tropicale, dolce ma dal retrogusto non stucchevole. E con molti ingredienti, come la gran parte dei drink presentati al giudizio della giuria composta dai vertici dell'Aibes.

Tanti ingredienti e tanti sponsor
Tanti ingredienti e tanti sponsor, quaranta per l'esattezza. Viene il dubbio che se ci sono così tante ricette multingrediente è perché gli organizzatori hanno spinto affinché le concorrenti usassero una sfilza di prodotti. «Siamo stati i primi a chiedere alle concorrenti di modificare la ricetta, a fare filtro, altrimenti avrebbero messo di tutto e di più», ribadisce Danilo Bellucci, il visionario patron di Lady Drink che tredici anni fa mise in piedi questo evento in modo pionieristico. Quando ancora una donna che miscelava un cocktail dietro un banco-bar rappresentava l'eccezione. Gongola perché sa di aver contribuito a far nascere la prima generazione di barlady e oggi è pronto a lanciarne una seconda. La riprova? Il gran numero di giovani “baby drink”, mi si perdoni lady drink, invitate alla recente gara in rosa di Genova.

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