Cocktail di qualità, ma niente happy hour

Idee –

Il Rita di Milano è un luogo lontano dalle mode, che ha puntato tutto sull’atmosfera conviviale e i consigli del barman

Rita senza te che bere è? Così scrive “lunastelle”, uno dei tanti blogger che su Milano Tonight tesse le lodi di questo locale che ha saputo conquistarsi un posto nel cuore dei milanesi. È stato proprio il passaparola, reale e virtuale, quello che ha permesso a questo localino - piccolo, senza insegna fuori, situato in una via dove non passi nemmeno per sbaglio - di servire tra i 150 e i 400 cocktail a sera, tutti decorati e serviti con il bicchiere giusto (oltre 15 i tipi a disposizione dietro il banco). Un numero rilevante, anche perché fra i tanti “riti” da cui il locale si è tenuto lontano, c'è quello dell'happy hour.

Niente buffet pantagruelici, ma solo patatine, crudités e cetriolini. «E infatti - ride divertito Edoardo Nono, che con il socio Gianluca Chiaruttini è l'anima del locale - chi cerca il classico aperitivo milanese entra, getta un'occhiata e gira i tacchi. Ma ormai sono pochi, perché chi viene da noi arriva a colpo sicuro. Facciamo sempre del nostro meglio per offrirgli un bere di qualità in un ambiente informale dove ci si può rilassare e magari fare due chiacchiere».
La carta dei drink elenca i quattro “punti fermi del Rita”: uso di soli ingredienti naturali, nessun prodotto liofilizzato, niente sottomarche né spirit economici. Inoltre la frutta, specie per i frozen, è lavorata al fresco aggiungendo solo zucchero di canna bianco e succo di limone. Solo fuori stagione, si usa la frutta surgelata.

I due soci, entrambi barman, si sono divisi i compiti: Edoardo al banco, Gianluca a seguire la piccola cucina. Che all'ora dell'aperitivo sforna di continuo piccoli piattini di appetizer, per poi concentrarsi sulla carta: una ventina di piatti sfiziosi, tra cui alette di pollo gratinate, tagliere di salumi d'oca, stinco, galletto, mozzarella di bufala. Nonostante i pochi posti (20 al banco, 18 in saletta, 35 fuori), il Rita realizza in media una cinquantina di coperti a sera, cui si aggiungono quelli del brunch domenicale.

Cocktail, vino e birra
La proposta drink prevede cocktail, vino e birra, con i primi naturalmente a farla da padrone (li sceglie un cliente su due). La bottigliera, scenograficamente disposta a gradini dietro la postazione di lavoro, comprende circa 300 referenze. Lo spirit più usato nella miscelazione è la vodka (una quarantina le bottiglie in frigo), con un uso crescente delle aromatizzate secche. La lista dei cocktail, che Edo e Gianluca, presenta sotto forma di piccolo racconto una quarantina di proposte divise in categorie: ci sono i Rita's new classics, i my martinis, gli smashes e tanti altri.

«Continuiamo a lavorare molto sulla proposta - spiega Edo - cercando di capire cosa il cliente vuole bere e suggerendo nuovi drink che incontri il suo gusto». Se il bisonite è il più recente “best seller” del Rita, il cocktail che ne è un po' il simbolo è il gin zen, preparato pestando a secco un pezzo di zenzero grande come un'oliva insieme a due cucchiaini di zucchero demerara, 2 cl di succo di lime, 3 cl di lime Rose's, 4 cl di gin e un top di Schweppes soda. Il risultato è un cocktail dal gusto pungente non troppo alcolico, davvero fuori dal comune.

L'offerta dei vini si concentra su una dozzina di proposte al bicchiere, che variano - almeno in parte - tutti i mesi. D'estate trovano più spazio i bianchi, mentre d'inverno prevalgono i rossi. «Cerco di accontentare un po' tutti - spiega Edo - offrendo dai più secchi ai più profumati e anche qualche rosso di corpo». In carta invece una quarantina di etichette. Due le birre proposte, entrambe alla spina: la Rosen, una pils luppolata, e la Aynger, cruda.

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