Nasce il pub alcol free

Nuove formule –

Nella città con il più alto tasso di ricoveri per alcol della Gran Bretagna, nasce The Brink, primo pub di Liverpool a non servire alcolici. E tutti gli utili sono reinvestiti in programmi di riabilitazione

Un pub senza alcol. Ma che pub è? Non c’è quindi da meravigliarsi che la notizia della recente inaugurazione di The Brink, in Parr Street a Liverpool, sbandierato come il primo pub che non serve alcol, abbia girato in lungo e largo in rete. Ancor più quando The Brink è stato visitato da Kate Middleton, duchessa di Cambridge e madrina dell’organizzazione non profit che lo gestisce, Action on Addiction.
The Brink infatti è nato come luogo per socializzare per chi è in riabilitazione da abuso di sostanze stupefacenti e di alcol (il 75% dello staff è in terapia), con l’idea che è possibile avere un posto piacevole dove passare del tempo, ascoltando musica, incontrando gente simpatica e interessante, mangiando e bevendo bene senza ricorrere all’alcol. Un posto diverso da certe comunità di recupero, spesso un po’ tristi e deprimenti. Doveva essere un posto “cool”, simile quindi a tanti altri moderni bar e pub, una destination: «Volevamo un posto pieno di energia, non data dall’alcol ma dalla gente e dalle attività che si svolgono - dice Damien Kelly, Community Engagement Manager del locale -. Non scendiamo a compromessi. Tutto a The Brink è di qualità: dal cibo, al décor, agli eventi».
Non a caso il motto qui è “What we make makes us”, letteralmente “quello che facciamo, ci fa” ovvero “Quello che facciamo è quello che ci rende di successo”. E il successo è venuto in forma di acquisizione di clientela di tutti i tipi simile a quella di qualunque altro bar. Come dice Damien Kelly: «The Brink è una “social enterprise” che deve essere economicamente autosufficiente e gli utili sono reinvestiti in programmi di riabilitazione. Abbiamo dei target giornalieri e ci abbiamo messo un po’ a raggiungerli e tutto lo staff è responsabilizzato sul risultato economico. Siamo aperti solo da sei mesi, ma la formula sembra funzionare e penso che The Brink sarà il primo di una serie di bar che non servono alcol in Gran Bretagna».
Merito anche della location centrale, pur se a una certa distanza dagli altri bar che servono alcol. Il layout è versatile (il progetto d’interni è firmato da Richard Eastwood di R2A). Molta cura è andata nell’immagine e nel branding curato da Benji Hdroyd di Sb Studios. Dall’insegna al décor, The Brink è decisamente “cool”, con un sito web dove l’enfasi non è sul posto, ma sulla gente che lo frequenta e dove i social network (Facebook e Twitter) sono usati come strumento di engagement con la comunità allargata e per promozione degli eventi.

L’attenzione ai dettagli

Il locale è aperto tutti i giorni, dalle 9 di mattina fino a mezzanotte, uno dei fattori che ha permesso di attirare clientela diversificata e di coprire tutte le possibili occasioni di consumo (il maggior affollamento è comunque per pranzo e per gli eventi). Dice Damien: «The Brink rappresenta veramente un diverso stile di vita. Possiamo competere se non battere tutti gli altri locali in città. Abbiamo un’atmosfera fantastica. In sei mesi non abbiamo avuto una sola lite o discussione. Cosa mai sentita per una bar del centro».
Ma se si mangiasse male e si bevesse peggio, il locale non sarebbe durato un mese. The Brink ha avuto anche l’abilità (o la fortuna) di assicurarsi come head chef, Tom Gill, noto in città per aver lavorato in precedenza all’Everyman, rinomato bistrot della città.
Il menù è eclettico. Si parte da diverse opzioni per il breakfast, solita colazione all’inglese con varie combinazioni di salsicce, uova, fagioli, salmone, toast, pancake.
C’e poi una serie di sandwich, toast e insalate, oltre a un vassoio di tapas e a un trio di hummus e una bella selezione di antipasti, piatti principali e dolci.

Soft e ginger beer

I prezzi sono abbordabili e vanno da 1.95 a 4.95 sterline per la colazione, fino alle 9 sterline circa di un piatto principale. I bambini sono i benvenuti con un menù creato apposta per loro.
Nella sezione bevande, tutte rigorosamente non alcoliche, ci sono cocktail della casa, come il Brink Panther (tè fruttato, uno spruzzo di blood tonic cordial e limonata rosa) e il Brink Fizz (Red Bull e uno spruzzo di blood tonic cordial), una serie di frappè, tra cui the Duchess, e frullati, oltre a succhi vegetali e spremute di frutta, tutti freschi, fatti al momento. Non mancano naturalmente i soft drink, una buona scelta di tè e caffè, dal normale beverone anglosassone all’espresso, cappuccino e latte fatti con macchine professionali italiane. Quattro le ginger beer in carta, non alcoliche, manco a dirlo: Mawsons, Bunderbergers, Bottle Green, Crabbies.

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