Freccia Bar, il mix di provincia che funziona

Mirco Guizzardi del Freccia Bar di Piumazzo non ha paura di sperimentare e di confrontarsi con un passato glorioso ma ingombrante

Fra fra la via Emilia e il West, terra di pianura e di miti gastronomici, motoristici e musicali, è ancora ben viva nella memoria la straordinaria vicenda del Freccia Bar di Piumazzo, frazione di Castelfranco Emilia, a metà fra Bologna e Modena. Negli anni ’90 il barman Ivano Guizzardi (poi prematuramente scomparso nel 2002), alias Freccia (nei paesi dell Emilia ognuno ha un soprannome), riusciva a fare del suo normale Bar Centrale un american bar che sarebbe divenuto punto di riferimento di un’intera generazione, capace di richiamare nella piazza del borgo centinaia di persone anche da città lontane, anticipando i tempi degli street bar di successo. Tutti accorrevano per assaggiare i famosi cocktail di Freccia. Fra guasconerie e brillanti trovate di marketing ma anche tanta professionalità, Ivano finì sulle tv nazionali per aver ricreato sulle strade di Piumazzo una spiaggia romagnola in piena regola, portando decine di camion di sabbia e allestendo lettini e ombrelloni di fronte al bar… I suoi street party estivi a tema duravano settimane intere ed erano memorabili: Las Vegas a Piumazzo, Tahiti a Piumazzo, oppure la Terrazza Martini ricreata su un carro di carnevale a due piani.
Ora il Freccia Bar, ufficialmente sempre Bar Centrale, esiste ancora. Ed è interessante andare a scoprire come il giovane Mirco, 24 anni, figlio del mitico Ivano, ha condotto con la mamma Maria Luisa e la sorella Enrica la transizione di questi anni e come ora sta riposizionando il bar, un po’ per perpetuarne il mito, un po’ per svincolarsi da un passato anche ingombrante. Un’eredità impegnativa per Guizzardi, che nei ritagli di tempo è anche brand ambassador di una nota azienda dolciaria della zona e consulente-esperto degustatore di rum. La sfida per lui ora passa attraverso il rilancio del cocktail bar, puntando soprattutto sul dopo cena. «Il mio obiettivo è trasmettere la cultura del bere bene, anche se siamo in provincia - afferma Guizzardi - . Ma resta importante l’atmosfera, la socializzazione: mi piace definire il nostro come un happiness bar, il bar dove si sta bene e si esce felici». Il bar ha due anime in una sola location: caffetteria di giorno e american bar/wine bar in un’altra ala di sera - dove il comune denominatore è sempre l’atmosfera di complicità e cordialità, di Mirco e dei suoi familiari.

Miscelazione caraibica
Il lay out è volutamente vintage, un po’ pub, un po’ american bar con legno scuro, nel complesso molto caldo, pieno zeppo di reliquie e oggetti che testimoniano una cultura senza tempo dell’universo bar in Italia e nel mondo.Dietro al banco, l’indirizzo preferito è la miscelazione caraibica, forte anche di 130 rum e 50 gin diversi a disposizione (il padre Ivano invece era un collezionista di whisky) declinata sia sui classici, sia sulle ricette innovative. E anche se c’è una paginetta in carta dedicata al Tiki, Guizzardi si sente un po’ lontano da questo stile, così come non è attratto dal molecolare. Ogni anno vengono proposti circa 50 cocktail diversi in carta, con nuove proposte fuori carta ogni mese. Fra i tanti esempi, un Manhattan fatto con il rum. Un capitolo molto importante è quello delle essenze e delle infusioni, tra cui ben 14 sono quelle della casa. Dal gin infuso al salmone norvegese al rum portoricano infuso alle arachidi, dal gin infuso al tè nero al rum al cardamono e alle pere Williams dell’Emilia. Si usano pochissimi sciroppi e niente polpe, ma esclusivamente frutta fresca tutta lavorata in casa, sia agrumi che prodotti stagionali locali e non (a volte, in passato, è stata perfino importata vera frutta esotica per via aerea). Già negli anni 90 il padre Ivano era solito lavorare con i cocktail a base di frutta fresca chilometro zero, precorrendo ancora una volta i tempi. Ma bere bene, anche se siamo in provincia, deve avere prezzi congrui e non troppo bassi: il prezzo medio è 7 euro, con punte di 10-12 euro per i mix particolari (comprensivo di buffet fino alle 21). Il servizio è sia al banco, dotato di sgabelli, sia al tavolo.

Acqua, Nutella e affari
A complemento dell’offerta serale, qualche snack (panini), taglieri di salumi e formaggi. Poi ci sono certe chicche per esempio, l’acqua: le poche volte che viene richiesta, viene servita nei bicchieri fumetto e colorati della Nutella Ferrero di cui il bar vanta una collezione di centinaia di pezzi.
Forte di una tale situazione “sdoppiata”, nel fatturato dell’impresa il cocktail bar vale il 30% e il bar caffetteria il 70% da lunedì a giovedì, mentre la proporzione è rovesciata nei weekend. il che significa che il fatturato del cocktail bar vale quasi un 50% considerando l’intera settimana lavorativa.

2 Commenti

  1. Ho conosciuto FRECCIA, la sua bella e laboriosa famiglia, e l’allora bambino Mirko. Ho sempre apprezzato la fantasiosa professionalità ed il locale di FRECCIA.
    Poi la tragedia per la famiglia, i colleghi e gli amici. Ma ora sono tanto contento di sentire che la famiglia con le loro forze hanno fatto risorgere le qualità del nostro grande collega. Soprattutto mi sento molto vicino ed apprezzo Mirko, perché anch’io ho avuto la stessa sorte di perdere prematuramente il padre e seguirne le orme professionali. MIRKO SEI GRANDE, ho letto con il cuore aperto ciò che l’articolo mi ha chiarito del tuo fare. Bravo Mirko sono orgoglioso di ciò che porti avanti e tieni sempre presente il tuo Freccia che ti segue dall’alto. Un abbraccio a te ed un caro saluto alla tua famiglia.

  2. Un grandissimo Freccia, precursore e maestro di tanti giovani che si avvicinavano alla professione barman. Mirco è degno figlio d’arte e dopo la gavetta prosegue sulle orme di Ivano, mettendo personalità in quello che fa… Avanti così 😉

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