Azoth, sotto il Vesuvio un angolo di New York

Cocktail bar del barman partenopeo Antonio Esposito e della compagna Maria Riccardi, Azoth Cocktail Bar si trova a Napoli, a Riviera di Chiaia, ma atmosfera e servizio sono quelli internazionali.

A vederla, visitarla, sembra quasi di allontanarsi dai luoghi comuni napoletani. Antica e semplice in apparenza, la Riviera di Chiaia è parte importante del centro storico. Zona a vocazione notturna, camminando si rivela sofisticata nelle atmosfere, nei gusti delle persone che la popolano, clienti esigenti dei numerosissimi bar della zona. Storia e modernità.
È il contesto ideale per Azoth, cocktail bar del barman partenopeo Antonio Esposito e della sua compagna Maria Riccardi. L’impatto iniziale è importante ed eloquente: protagonisti il legno e il tufo delle antiche abitazioni, un enorme bancone in radica, con delle bellissime intarsiature a lato cliente, i bartools vintage esposti. Un insieme che aiuta a coniugare storia locale e un design tipico dei bar storici newyorkesi, grandi protagonisti della leggenda della miscelazione mondiale. Azoth è il prodotto finale di un variegatissimo e affascinante percorso personale e professionale, nato quasi per caso, di Antonio Esposito. «Inizialmente volevo fare lo chef, come mio padre. Poi è scoccato l’amore», dice con un sorriso tipico di chi è stato folgorato sulla via di Damasco. Elegante e distinto, con un’accenata anima “scugnizza”, il suo bartending si basa su movimenti essenziali ma precisi, più funzionali che dediti alla banale spettacolarità. Abitudini che tradiscono una forte disciplina nel passato, frutto di esperienze negli hotel a cinque stelle di tutt’Italia.
Nonostante il background, la presenza di Antonio è solare e sempre pronta a rassicurare il cliente con un’attenzione sempre massima, informale, con una piacevolissima tendenza a non prendersi sul serio.

Miscelazione calibrata
Andare al nocciolo, alla radice dei gusti e dei sapori, è una prerogativa della filosofia lavorativa di Azoth, frutto di un lavoro meticoloso e quotidiano. «Compongo le diverse parti dei drink con un criterio ben definito, combinando basi ed equilibratori, al fine di far raggiungere al cliente una sensazione ben precisa. Unica. Il processo può durare mesi», ci confessa a proposito.
A testimoniare tutto questo, è il ricchissimo bottigliere, quasi un centinaio di unità, con una passione particolare per i vermouth (più di una ventina di marchi), quasi tutti utilizzati ampiamente ogni giorno. Notevole anche la scelta dei bitter, in più di trenta tipologie. Classicità e sperimentazione: il primo, un valore come modello irragiungibile, dati i tempi e gli ingredienti, il secondo come continuo tentativo di riproduzione dell’originale. Oltre alla proposta base, Azoth propone menu diversi ogni mese. L’ultimo della serie, “Pirates and Sailors” è una selezione di drink molto complessi, basati su rum, bitter e sciroppi antichi, quali il Falernum. In un’ottica che guarda sempre al perfezionismo: «In quel caso la tematica era incentrata su un ritorno alle origini. Punch e origini piratesche. Ma anche un modo per tastare i limiti gustativi del cliente, alla ricerca di un menu speciale». Sapori forti, incisivi, quelli di un Manhattan magistrale. Rye, Vermouth Rosso Cocchi e angostura, con guarnizione di scorza d’arancia, senza la canonica ciliegina, quasi una concessione alle proprie origini mediterranee.
Per Antonio Esposito, un simbolo di unione tra storia e offerta liquoristica italiana, la sua vera passione e punto di partenza di ogni sfida. Come nella sua seconda proposta, l’Italian Johnny.

Drink in versione italica
Scotch, Anice Varnelli, Americano Cocchi e vermouth rosso: è una variante personale del Manhattan, che rinforza l’italianità di questo storico drink, aggiungendo aromatizzazioni nostrane, creando combinazioni gustative incredibili, tra lo scotch e un aroma di anice che quasi “rimbalza” sul palato.
Senzazioni che raggiungono la sorpresa, nell’ultima proposta di Azoth: il Vecchia Quercia. Nato da una sfida personale, quella di combinare vermouth e sour, presenta Rum Agricole di Guadalupe non invecchiato, Vermouth Berto, Sour e un tocco finale di chocolate bitter. Il nome conferma le sensazioni gustative, particolari e sofisticate, quasi legnose, in una strana convivenza di note aspre e dolciastre. «Spero vi siano piaciuti», dice, tradendo un pizzico di narcisismo del mestiere, unito a un aspetto a metà tra l’oste e l’imperturabile capobarman d’albergo. Naturalezza, familiarità e un sofisticato sguardo alla modernità. Così la riviera di Chiaia aggiunge una nuova medaglia alla sua reputazione, quella di Azoth.

1 commento

  1. Dopo anni trascorsi al ciglio di un bancone a cercare l’equilibrio perfetto tra il mio Io, il cocktail ed il barman posso affermare: “bevo o all’Azoth o da nessuna altra parte!”

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