Ad Andrea Messina la vittoria al Singita Bartender Festival

Il bianco delle spiagge, il sollievo dato dalla brezza, il mare. È l’atmosfera ideale per un Gin Tonic, bevuto nel relax di un weekend. Quella del litorale romano, di Fregene. È la cornice scelta dal Singita Bartender Festival, alla terza edizione. Creatura di Francesco Spenuso, bartender romano d’adozione, il Singita nasce dalla collaborazione tra due realtà importanti: l’Head 2 Head, famosa competition aperta ai giovani bartender, e Flair Project, prima scuola di american bar di Roma dal 1999.

Innovativa la formula, che vede mixologist e flair bartender combattere in uno stesso campo di gara, in nome di un unico parametro: la spettacolarità.

Un’esibizione, valutata da una giuria di eccezione, venti nomi, tra i quali: Patrick Pistolesi, Paolo Sanna, Federico Tomasselli, Massimo D’Addezio, Valeria Bassetti, Emanuele Principi Bruni, Antonio Parlapiano, Gianluca Melfa, Roberto Artusio, Daniele Gentili, Emanuele Broccatelli, Dario Dicarlantonio e Massimo Gaetano Macri.

Un vero dream team chiamato a giudicare note dolci, sapori freschi di stagione, rielaborazioni di diverse epoche miscelate. Sospese tra differenti tradizioni e luoghi, tra la Russia, i tropici e l’Italia. Evocate in una delle ricette più interessanti della rassegna: Il Fiorita di Solomia Grystycyn del Chorus Cafè di Roma. Vodka, triple sec e Coca Buton, unite alla freschezza di una purea all’ananas e di un sorbetto a limone. Presentate con base di sciroppo al lampone e top di velluto al blue curacao.

Un ottimo accompagnamento per un tramonto meraviglioso, scenario ideale per la premiazione finale. Che ha visto un podio dominato dai flair bartender. A vincere, dopo aver incantato la giuria con figure di altissimo valore tecnico, il pescarese Andrea Messina. A seguire, il secondo posto di Daniele Russo del Flair Studio di Salerno, terzo posto per il napoletano Pietro Siano di Flair Project.

Sorrisi di soddisfazione, che si uniscono alla morbidezza di un sole al tramonto. Finisce una giornata, tra una canzone di Sinatra cantata all’ukulele tra amici e l’allenamento continuo degli instancabili flairtender. Uno scenario unico, per una competition speciale, diversa dalle altre.

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