Aams, polizia, carabinieri e finanza abilitati a fare i controlli sui giochi nei locali

Norme&fisco –

Il pacchetto giochi contenuto nel decreto fiscale ha stabilito l’obbligo di effettuare versamenti tracciabili senza uso di contante. Monopoli autorizzati a mandare personale in borghese nei locali per verificare allacciamenti alla rete e rispetto del divieto ai minori

Stretta sul gioco illegale e sulle scommesse telematiche fatte nei pubblici esercizi. A porre un argine al fenomeno dell’illegalità è intervenuto il «pacchetto giochi» del decreto fiscale 16/2012 (art.10): è stato stabilito l’obbligo «a tutte le figure a vario titolo operanti nella filiera del sistema gioco di effettuare ogni tipo di versamento senza utilizzo di moneta contante e con modalità che assicurino la tracciabilità di ogni pagamento». Per i controlli antimafia  è previsto che l’Aams possa costituire un fondo (autofinanziato e non superiore a 100mila euro) destinato alle operazioni sul territorio. I Monopoli sono inoltre autorizzati a inviare proprio personale in incognito a giocare nei locali in cui si effettuano scommesse o sono installate le newslot per smascherare le violazioni legate al collegamento degli apparecchi alla rete telematica di Aams o al divieto di gioco per i minorenni. Le stesse operazioni possono essere condotte da Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Sul tema del gioco illecito è intervenuta di recente anche la Cassazione (sentenza 16010/12 del 27 aprile). Il gestore del servizio telematico non può in alcun modo intermediare il rapporto tra la società di scommesse e i giocatori, perché va incontro all’incriminazione per «esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa» (legge 401/89 art.4). Per la Corte, l’esercente deve limitarsi a mettere a disposizione le apparecchiature, senza indicare l’evento su cui puntare, individuare le quote, raccogliere prenotazioni ecc. Il caso ha coinvolto un bar aeroportuale la cui gestrice, per il Gip, avrebbe «abusivamente svolto un’attività organizzata all’accettazione e alla raccolta via telematica di scommesse su eventi sportivi accettate per conto della società betpro.it senza essere munita delle necessarie autorizzazioni di polizia». Per la Cassazione non importa che il bar avesse le autorizzazioni dei Monopoli per la gestione delle scommesse. L’esercente avrebbe dovuto solo limitarsi a fornire il collegamento ai giocatori: in caso contrario si finisce per rivestire, secondo la Cassazione, il ruolo (vietato) di un’agenzia.

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